Nel centrodestra quasi trovata la “quadra”

Nel centrodestra quasi trovata la “quadra”

A una settimana esatta dallo strappo di Lega e Forza Italia al Senato che ha portato alle dimissioni definitive di Mario Draghi e a meno di due mesi dalle elezioni, Giorgia Meloni, Silvio Berlusconi e Matteo Salvini si sono incontrati ieri pomeriggio a Montecitorio per il primo vertice che la coalizione, favorita nei sondaggi, tiene dopo mesi. L’ultimo incontro risaliva infatti al 17 maggio. Ad Arcore, i tre si ritrovarono per la prima volta dopo la drammatica rottura consumata a fine gennaio sul Mattarella bis (FI e Lega a sorpresa votarono a favore, FdI contro). Allora non bastarono i due quadri raffiguranti la Madonna regalati dal Cavaliere a portare la ‘pace’ tra gli alleati, che alla fine si presentarono divisi in cinque capoluoghi di provincia alle amministrative. Ma con il mancato voto di fiducia a Draghi di Lega e FI, lo scenario politico è cambiato radicalmente. I partiti del cosiddetto ‘centrodestra di governo’ – ci sono anche i centristi di Noi con l’Italia e Udc – si sono ricompattati con FdI, rimasta all’opposizione per tutti i 17 mesi di governo di unità nazionale. E il vertice di ieri si è sviluppato sostanzialmente in discesa, con un sostanziale accordo sulla premiership (confermato che sarà indicata dal partito che prenderà più voti) e con notevoli passi in avanti anche per quanto riguarda la distribuzione delle candidature nei collegi uninominali. FdI chiedeva, come ha sottolineato il capogruppo alla Camera Francesco Lollobrigida, di avere circa il 50% dei collegi. Una volta confermato il metodo -si precisa da FdI- non è escluso che da parte nostra non ci siano aperture, gesti di generosità per esempio su alcuni collegi da attribuire ai centristi. Nel 2018, poi si erano divisi i collegi in sei ‘fasce’ in base alle possibilità di vittoria e si era riproposta la quota proporzionale di ogni partito in ciascuna fascia.

 

 

 

 

 

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